“Persona pericolosa per la sicurezza e la tranquillità pubblica”. Con quest’accusa un militante No Muos si è visto consegnare il sette dicembre dalla polizia di Niscemi un foglio di via – della spropositata durata di tre anni – al termine del partecipatissimo incontro sul rilancio della lotta che si è tenuto al museo civico di Niscemi.
Un chiaro segnale di intimidazione, al termine di un convegno che ha analizzato le enormi violazioni ambientali compiute all’interno della riserva naturale della Sughereta in nome della guerra e le possibili nuove azioni legali da intentare, con un occhio al codice militare italiano e l’altro alle violazioni degli art.11, 80 e 87 della Costituzione.
La consegna del provvedimento emanato dalla questura di Caltanissetta sarebbe potuta avvenire tranquillamente in altra sede. Non se ne sentiva il bisogno ma l’hanno fatto lo stesso. Reputiamo grave la scelta compiuta dagli agenti del commissariato di Niscemi. Grave e paradossale, perché poco prima avevamo affrontato anche l’annosa questione della repressione, sempre pronta a colpire in maniera scientifica chi si oppone alla militarizzazione dei territori. L’ennesima conferma a ciò che denunciamo da anni è arrivata dopo pochi minuti, con la consegna di questo provvedimento restrittivo della libertà individuale in un clima che fino ad allora era stato positivo e incoraggiante.
Forse credevano, gli agenti, che un episodio del genere potesse far crescere la tensione. O forse, più probabilmente, l’intenzione era quella di intimorire le tante persone che si sono avvicinate (o riavvicinate) alla lotta. Nulla di tutto questo è avvenuto: il movimento No Muos ha le spalle larghe, e l’esperienza ci ha insegnato come reagire alle provocazioni.
Non siamo noi ad essere un pericolo per la sicurezza pubblica. Lo è invece la guerra, e tutto ciò che essa comporta in termini di impatti ambientali, emissioni climalteranti, autodeterminazione dei popoli, presenza sempre più invasiva di forze dell’ordine.
Per questi motivi non possiamo che riaffermare solidarietà al compagno colpito dalla repressione. No Muos ora e sempre.
Movimento NOMUOS